venerdì 14 maggio 2010

Buio (1)

E poi, d'improvviso, stamattina, siamo entrati in galleria ed è calato il buio. Non c'erano luci accese sul treno. Era stranissimo sentire il treno che correva verso Porta Susa e vedere, con difficoltà, le ombre e le sagome degli altri passeggeri accendersi e spegnersi di bianco per pochi attimi e poi scomparire del tutto, tutte insieme. Sembravamo una comitiva di ritorno in treno da una vacanza lunghissima, di notte, tutti addormentati; veniva quasi da parlar piano. E infatti è sceso il silenzio. Sembravamo dei deportati ad Auschwitz col fucile e gli occhiali, dei turisti festanti verso il macello. E poi è arrivata Porta Susa. Monumentale nella sua sporcizia di luce. E in un attimo siamo tornati solo dei pendolari, alle 8 e mezza di mattino, diretti, e arrivati, a Torino.

3 commenti:

  1. Io mi chiedo da un paio d'anni a che servano le righe bianche che vanno su e giù nelle gallerie (tutta colpa di Marco Paolini).

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  2. Son domande alle quali uno non ha risposte. Le ho viste anche io e, in fondo, mi piacciono: trovo che aiutino ad addormentarsi. Peccato che le vedo solo prima di arrivare a Porta Susa e io devo sempre scendere, a Porta Susa. Che poi, a pensarci, mi va bene anche non saperlo, un po' di mistero.. Magari poi, se lo vengo a sapere, non mi fanno più venir sonno. Come un po' quella frase di quello scrittore russo che ha citato ieri Nori, che ora è mattina presto e non c'ho voglia di andare a vedere sul libro come si chiama che ha detto: "Se penso che la birra è fatta di atomi, mi passa la voglia di bere" Bon, vado.

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  3. Ho appena cercato la risposta con Google. E ho trovato qualcosa di poco poetico, peccato. Vabbè, ho svelato un mistero.

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