giovedì 28 luglio 2011

Non fa male, non fa male.

Oggi è morta Agota Kristof, è la peggiore estate di sempre.
Ci sono dei riverberi. come quando ho salutato il decennio con un mare di ronzii. feedback. sciabordii di suoni e rumori incontrollati. L’impalcatura di un palazzo in miniatura costruito col fil di ferro.
Nessuno si è accorto di lui quando è entrato. semplicemente è salito sul palco con le sue bretelle, le sue scarpe da ginnastica fosforescenti e la sua chitarra. la giusta dose di pregiudizio necessaria alla fulminazione. Che ancora adesso ci sono degli organi che suonano negli angoli, ogni tanto.

Oggi è morta Agota Kristof. Bastardi. bastardi tutti.

mercoledì 27 luglio 2011

Serate

E i cani che urlano. Le costruzioni immaginarie. Linee in bianco e nero. e scritte luminose sopra tutti i nostri pensieri. Avamposti minati. Biglietti, che sono come messaggi d’aiuto. che escono dalle tasche dei jeans e ti dicono che manca sempre qualcosa. come se una canzone non potesse cambiare un paesaggio. Evitami le strade lunghe, i percorsi abbreviati. Evitami i disastri imbanditi e le serate ammosciate. Disegni inconcludenti sopra fogli che non sono miei. E questa farneticazione è per i distributori di medicine ai bordi delle strade provinciali. per gli appunti presi sulle cartine. per i nostri alberi che fumano. per le ragazze tempesta. per la voce di Bob Dylan in Moonshine Blues.
Tenevi lontani i pensieri con aureole d’alcool. e i Jesus and Mary Chain erano sempre adatti. sia d’estate che d’inverno. per dare senso ai nostri viaggi troppo brevi.

giovedì 21 luglio 2011

Vetro sottile

A degustare dei petali di rosa invetrati. seduto sotto un platano con una margherita in bocca guardando il fiume nero macchiato dalla schiuma bianca dei detersivi. 7 agosto di pomeriggio, e non una buca da stanare per queste mani fredde. Mettiamo il freno a mano ai pensieri, alle collere e ai desideri. I paraffi alle nostre illusioni. Fra le lamiere roventi di un cimitero, solo io silenzioso, eppure straordinariamente vivo. L’incazzatura cattiva che mi sale quando non trovo più un cd. e smonto stanze e sfascio letti fino a quando non lo trovo. Pile, plichi e cavalli. Annunci pubblicitari di mamme piangenti e di strisce di denti. E questo è l’anno del garofano rosso e dei soli nascenti. delle grandi aspirazioni. Inspira per rilasciare degli odori nella tua gola. Davanti ad un distributore automatico di fiori e di giorni migliori, anch’io rinchiuso in una bolla di vetro, nell’aeroporto di Bruxelles.

venerdì 15 luglio 2011

Un altro improvviso

[voce di sottofondo: mi raccomando mi raccomando, pensa a divertirti, mi raccomando,]


ci salveranno dalla tristezza con dei badili e delle vanghe da collezione, armadi d’oro e stelle da colazione, ricoperti di tele incerate ci aggireremo per i parcheggi delle stazioni come dei fantasmi troppo sporchi per se-ne-andare o come i raccoo-oo-oon come me li immagino in questo momento. Maometto che piange all’entrata di un parco e tutti i tuoi nervi da rivisitare. Anni e anni di superiori e poi di altri superiori . come abbassare a livello marciapiede una persona da incartare. e non sai che ti fa male, che i polmoni sono come spugne secche da tre mesi, che se le bagni le senti riprendere a respirare.

Improvviso per nuova macchina da scrivere

Niente panico, mi raccomando, niente panico, come mantenere la salvezza senza compromettersi gli dei migliori, e tornare a casa sani e salvi da serate che sono come il pane appena sfornato, ricoprirsi di amuleti e salire in macchina, da soli, col sale sotto gli occhi e i dischi giusti per muovere il paesaggio, che è come una tendina in un film, si muove solo se ha un senso, che se piangevi era per la congiuntivite e tu non avevi proprio nulla da spartire con noi, proprio nulla, poi però, come sempre, come sempre, i ritardi e le attese, le fermate dei treni mattinieri, con la luce che risale dai binari e tira dritta verso il cielo, senza perder tempo, che tanto non ti guarda, non ti guarda nessuno, non preoccuparti, ricomincia a parlare piano, che ti sentiranno meglio da lontano e avranno poster e stelle d’oro, luci filanti e prezzi da pagare, come una storia da raccontare a dei nessuno immaginabili, e presto anche le carpe torneranno scarpe e tutto quanto si riaccenderà mogio, a tratti di miele e di tempesta, una catenella dentro la testa, ti strapperà i pensieri corti da quelli fradici e staremo tutti seduti su dei marciapiedi ad aspettare di marcire insieme in allegria, come del vino da tristezza

giovedì 14 luglio 2011

Immaginazioni

...i ronzii

e le esplosioni.

tutto un sovrapporre di parole e immagini.
Suoni che friggono sotto gli occhi.
Musica da cecità.

Gli ipotetici immaginari viaggi al mare, in macchina, che mi faccio con Ocean Songs dei Dirty Three. e immaginare anche il paesaggio a sinistra della mia testa.
ai settantallora.
che scorre via.

venerdì 8 luglio 2011

Musica da salvezza

Di quella stanchezza che ti straccia i capelli. che non puoi fare altro che rinchiuderti in casa con la tua musica e scegliere i vinili e i dischi giusti ( quelli che lucidano le ossa) e sperare che tutto vada bene. Di quella stanchezza che ti ammazza sui sedili dei passeggeri, mentre fissi un buco che ha i colori della strada. Di quella stanchezza che ti tira giù. come nel cesso di trainspotting. Che quando finisce un lato di un vinile ti sembra sia finita un’epoca, e invece non è niente.

Rodersi il fegato. perché non si è riusciti ad andare a dei concerti a cui si voleva andare e dei quali però si è visto il check al mattino ed è stato bellissimo.

Legno. che scende dalle corde di una chitarra e lascia tracce per i bar di tutta la città, degli avvistamenti così rari che sembrano privati. I difetti che ti fanno diventare una brava persona. Ripercorrersi fra i messaggi inviati sul cellulare. e spiare dei musicisti. salutarli. seguirli per strada.