domenica 30 gennaio 2011

Scarabocchi

Questo pomeriggio, verso le due, ho notato che eran due giorni che non scrivevo a mano. E questa cosa qui , il non scrivere più a mano da ben due giorni, mi ha fatto un effetto stranissimo, come se per due giorni mi fossi dimenticato di una cosa importantissima, di una cosa da fare assolutamente, e allora ho cercato una penna sulla scrivania, non ce n’erano, di penne. Son sceso in salotto, ho preso una Staedtler blu, son tornato sopra ho scarabocchiato una pagina intera. Poi una pagina intera di firme. Poi un’altra di scarabocchi. E, quando ho girato quest’ultimo foglio per scarabocchiarlo anche dall’altro lato, ho notato che avevo fatto quattro disegni, se così li si può chiamare, astratti, se così possiamo dire, che, in fila, mi ricordavano uno un castello, uno un barattolo, uno una maglietta, uno una tazza. Allora m’è venuto in mente che non sarebbe male intitolare un disco Castlejarshirtcup, un po’ sulla scia di Swordfishtrombones di Tom Waits, e, come copertina, mettere quel disegno lì. È una cosa un po’ strana, e anche un po’ malata, il fatto che mi vengano in mente i titoli di dischi che devo ancora fare (se mai li farò) e ora che ci penso questa non è nemmeno la prima volta che mi succede. Mi ricordo che una volta stavo leggendo un libro di poesie di Leonard Cohen, ho letto un verso che diceva: “Under the cordless travelling moon” e ho pensato che sarebbe stato un titolo bellissimo per un disco d’esordio. Avevo pure già in mente la copertina. Ora non mi piace più tanto.