giovedì 13 maggio 2010

Selinunte

Selinunte riceveva tarocchi da collezione dentro pacchi di fieno andato a male,

Selinunte riceveva i clienti dentro un forno crematorio all'ospedale,

Selinunte riponeva i pacchi in garage come pile del suo tempio gotico, monumentale,

Selinunte accatastava i tarocchi e ricuciva gli smacchi del tempo quadrimestrale,

Selinunte aveva un ago in bocca e un desiderio di parlare.

Diceva: Andrò via, lontano, dove neanche il mare..
Andrò altrove, sopra i silenzi
degli inceneritori e delle tangenziale..

Diceva: Arriverà un macchina.
Salirò su quella macchina, ci salirò sopra.
E galoppando sul tettuccio
mi lancerò via a centotrenta all'ora
dalla mia strada.
Sarà un attimo e durerà pochissimo.
Sarà un attimo e durerà pochisismo,
ma durerà.
Sarà come tornare a casa dei pini morti
e dalle discariche abusive
dove i bambini trovavano i cadaveri
degli spazzini, dei filippini,
dei clandestini.

Sarà come tornare a terra.

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