lunedì 26 settembre 2011

Ossi

I miei pensieri oggi puzzano di pennarello indelebile. e la tua testa è troppo interessante per essere così semplice. Mi affili la curiosità. mi affili la curiosità.
In cima al coma. guardavamo giù, e i nostri portafogli erano pieni di sangue. Seduti, in bianco e nero, su una macchina ferma sotto la pioggia.
Nei miei occhi ci sono dei cali di corrente. e la strada sembra sciogliersi anche se faccio i centoventi. Io e te ci siamo quasi distrutti la testa. . I nostri muri del pianto che crollano. e l’infinita infinità dell’infinito. I nostri muri del pianto in macerie. e una scatola di pesche piena di pietre in borsa. mentre continui a raccogliere piume ovunque.
Andare al di là dell’al di là. fra le pause e i solai. Anniversari di litigi e di scazzi salienti. come quella volta che avevate litigato per quei trecento euro di merda. e non siete mai tornati.

venerdì 23 settembre 2011

Heaven on Earth

C’è una canzone degli Spaceman 3, si chiama Walkin' with Jesus. Parla di come trovare il paradiso in terra e di come non sia così male sapere di sbagliare. E i nostri abbracci è un periodo che non si incastrano più.
Sono giorni che non sembra mai il giorno che è, e l’amplificatore che ho in camera sembra l’unico tipo di arredamento che io abbia. I tuoi capelli che sono nastri di carbone. E tutte le ombre e i freddi azzurri che ci aspettano.

mercoledì 21 settembre 2011

Un inizio

Entra, striscia via. Solito ragazzo maniche lunghe felpa grigia freddo addosso. Lo guardo muoversi fra gli scaffali, apricchiando qualche libro, cercando alla veloce qualche autore, guardandosi intorno. È tornato l’inverno e finalmente mi sento di nuovo al caldo. E ieri sera ho capito che i primi due dischi dei Liars saranno i miei dischi dell’inverno. This dust makes that mud. Trenta minuti buoni: sempre la stesse tre note in croce ripetute all’infinito. Scalderà.
Prende un libro in mano, inizia a leggere. I, I, I, I. Want to be a horse. In questi giorni mi torna sempre in mente Agota Kristof e quella meraviglia di durezza che è La trilogia della città di K. We are the army you see through the red haze of blood. Sembra inquieto. Esce.

mercoledì 14 settembre 2011

Soft silly music is meaningful magical

I nostri occhi sono chiusi, perché le nostre strade del ritorno sono sempre piene di tir a luci spianate. e i rami che ti escono dalla bocca sanno di inchiostro e di fumo. Un giorno moriremo anche noi. e anche le nostre ceneri voleranno da un aeroplano sopra il mare. Le nostre aree verdi interiori. e le provincie dei nostri rapporti umani. Dici che la tua posizione ideale è fra il bianco e il nero. E gli occhi appoggiati sui rami ci squadrano tranquilli.
Tre euro per tenere accesi i nostri discorsi con quaranta candele colorate. Le alte e le basse maree. che alla fine tra i ciottoli rimane sempre qualcosa. I segreti nascosti, abbottonati stretti in una giacca. Com’è strano essere assolutamente niente.

giovedì 8 settembre 2011

Azzurro carta da zucchero

Oltre il concerto e la necessità di sviluppare la delusione legittima del cervello, tu in fiamme, fra le sbarre. Avviso agli imprudenti. L’eternità tascabile diceva di esserti amica. ma bisogna fingere. fingere d’avere altre intenzioni. Ossa e acqua passate. E delusioni e ritorni. e tangenziali di pensieri. Dentro l’orlo della tua pelle ci sono dei grumi di fili e dei nodi. …Siamo all’ognuno per sé: sei un ognuno o un per sé?... Il fatto non ha importanza, e l’ascendente neppure. Bustine di fiammiferi per mantenere vivo il tuo braciere. aspetto un ritorno di fiamma.

mercoledì 7 settembre 2011

Pulci

È una divertentissima cavalcata, al suo secondo atto. Parto dal fondo, come dipinto dalle mani di tanti fanciulli. …anche per me era una cosa mostruosa il disonore di fabbricare il mio benessere… Scommetti su un nome, uno solo, ma se nel racconto c’è parola che zoppica, chiusa, ostinata, chiedi due volte, illumina la tua conoscenza. Per le spose bambine lo sfogo del pianto provoca un bisogno di fuga che sottintende un’ansia esistenziale. Uno spessore di circa tre millimetri, a causa della catastrofe.
Dell’accidentale e dell’incoerente. c’è da domandarsi quant’è vero Dio.
Per lo smantellamento dei missili si giunse a un accordo attraverso il quale trovarono un minimo comun denominatore per poter liberare le proprie lisergiche impressioni e fantasie. E anche stanotte fa freddo e ti sembra che crescano scarpe e vestiti sugli alberi. Mille incidenti. mille incidenti. e solo pochi scorticamenti. però alla fine c’è stato il lieto fine: sono morti tutti.

martedì 6 settembre 2011

Tutto ciò che ha causato la pioggia

Piovono siringhe sulle tue colonne vertebrali giornaliere. E le gatte che arrivano le mattine dopo gli incidenti nei fossi. hanno gli occhi verdi trasparenti. Ed il bello è che io e te ci diciamo tantissime cose e per il momento è meglio che non ne parliamo. E per strada scivolavano le macchine. sbandamenti su sbandamenti. e portiere ammaccate e mille sbattimenti. Vorrei rubarti delle frasi. e non solo quelle.

sabato 3 settembre 2011

Oceani

Le carezze violente. le tue scarpe volanti. I nostri bagliori migliori. sono stati sempre di notte, di fretta. E a proposito di noi. a proposito dei nostri oceani. delle falene che sbattono tutte le notti contro il vetro scuro dei tuoi occhi. e cercano una via d’uscita.
Tanti avanti e indietro per i solchi delle corsie d’ospedale. E l’infinito che ho disegnato sul polso destro continua a non andare via. Torneremo a scorrere. torneremo a scorrere. torneremo alle nostre vite invernali. maledetto inverno. davvero maledetto inverno.