domenica 3 aprile 2011

In viaggio (dalle sei a mezzogiorno)

I miei viaggi disimpegnati, i miei tempi morti. Le tratte per Milano, Padova, Bolzano. coi cieli scarichi, i paesaggi neri e gli scioperi delle città e dei ferrovieri. Le mie duecento insicurezze e i dubbi che squartano i finestrini. I libri da leggere, i libri già letti, le cuffiette rotte. gli arrivi a Milano, sani e salvi, in gloria, con la luce da sopra e da tutti gli angoli. le solitudini. le attese confinate e le ore stiracchiate. come quella volta che era morto tuo padre e il giorno dopo siamo andati lo stesso a vedere i Godspeed You! Black Emperor e ti ho letto Daniil Charms camminando per Milano. e tornando a casa eri asciutto e incredulo. I campi colorati con un gessetto azzurro su un sacco di tela stremato. le luci da presepe. E le fermate.

Il sole è un tuorlo d’uovo sigillato nel torbido di un barattolo d’alcool. all’alba. I paesaggi che ci si potrebbe fare un film. come quella volta in Irlanda, con i Radiohead, sul pullman. quando il centro di Dublino è diventato un video.

E non ne posso più dei centri commerciali, delle canzoni commerciali, delle canzoni di merda. del sangue che cola. A Torino c’è un sole come se sapesse che sono qui sono per svago. per passare il tempo prima di partire. La vita di Bob Dylan e i libri di Perec che ho lasciato alla Feltrinelli per non caricarmi troppo lo zaino. Le grandi aspettative. Le cuffiette nuove e la stessa musica sull’ipod ormai da un anno.

Le mie pagine dove non c’è mai nessuno.