domenica 26 settembre 2010

Cose che mi vengono in mente mentre mangio dei cereali alle tre di notte

Per me il segreto dello scrivere é: scrivere.
Non c'è niente da fare, uno bisogna che scriva, se vuole scrivere; senza preoccuparsi, che poi le cose vengono. Bisogna scrivere, anche se sai già che quella frase la cambierai, che probabilmente poi la cancellerai, ma non importa, bisogna scrivere. Altrimenti poi uno si perde a cercare la frase perfetta, e ci sta su delle ore, a pensare e ripensare, davanti alla pagina bianca, e invece no, bisogna scrivere, subito, appena poggiate le dita alla tastiera, lasciarsi prendere dal ritmo dello scrivere, che poi magari quella frase che hai tanto pensato, tanto perfetta, te la dimentichi e non la trovi più, e intanto non hai scritto niente.
Uno scrive, scrive, e le cose arrivano in modo che non te lo aspetti nemmeno, e arrivano anche delle cose, che non te le aspetti nemmeno, che manco volevi scriverle, manco sapevi di potere considerarle. E escono che sembrano venire da sotto, dalla pancia, da sotto la tastiera, da sotto le mani, contemporaneamente. Poi, una volta che hai finito, perché bene o male te ne accorgi che hai finito: è come se si chiudesse un buchino, come se si fosse buttata fuori tutta l'aria possibile, ecco, poi, quando uno ha finito, allora, solo allora, secondo me, è giusto mettersi lì e rileggere, ricontrollare, e perdere delle ore, o anche solo dei minuti, a correggere una virgola, a spostarla un po' più in là, a togliere una parola, poi a riaggiungerla, poi a metterla ma un po' diversa, a togliere delle parti, a metterne delle altre, a cambiare la disposizione dei paragrafi. Ma dopo, dopo.
è come dire: Ecco, ora hai disteso un filo di gomitolo sul pavimento, l'hai disteso tutto. Adesso hai tempo di metterlo a posto, di avvicinare bene i fili l'uno con l'altro (che poi è un filo solo, a pensarci), di togliere i pelucchi, di compattarlo, di farlo sembrare un tappeto.

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