venerdì 16 aprile 2010

Io

Io sono uno che mi sento sempre a disagio, quando cammino per strada. Son sempre convinto che la gente mi osservi, mi fissi, stupita da qualcosa; da quanto sono brutto, mi dico io. E allora inizio a controllare se sono pettinato, se mi son macchiato, se ho qualcosa di strano. Ma non c’è mai niente, che io veda.
È vero che la gente mi osserva, forse, però, lo fa perché io la osservo per vedere se mi osserva, allora si sente osservata e mi osserva. O forse no.
A Narzole poi, io vivo a Narzole, cioè, non è vero, vivo in una frazione di Narzole che è lontana da quel paesino di merda qualche chilometro, ma comunque, a Narzole, ne son certo, mi guardano tutti. Ma lo fanno con tutti, i Narzolini. Si chiamano così. Narsulin ed merda, si dice, quasi come se fosse un proverbio. E la sua veridicità ce l’ha eccome. È proprio gente di merda.
Quando passo per quelle tre vie, che sia in macchina o a piedi, mi guardano tutti, e hanno uno sguardo strano: di rimprovero, credo.
Io ho provato a fare le medie a Narzole, ma proprio non mi piaceva, e così son stato male due settimane; poi i miei, esasperati, mi hanno trasferito a Bra, dove, fino a un anno prima, vivevamo.
Io, questo trasloco, non l’ho mai mandato giù del tutto. I primi tempi, poi. Non ci volevo proprio andare a Narzole; non volevo proprio cambiare casa, per niente al mondo. Ero piccolo. Stavo bene dov’ero. Ma i miei la casa l’hanno comprata, e quindi ci siamo trasferiti. Tutti i miei amici però erano a Bra; la mia vita fino a quel momento era là. Nonostante questo, però, mi hanno preso e mi hanno spostato, e, a me, non è mai andata giù.
Ricordo ancora il primo giorno di scuola del primo anno delle medie, a Narzole. Una paura. Son sempre stato pauroso io, lo sono ancora. Non volevo proprio andare, in quella scuola. Non conoscevo nessuno e, lo sapevo, gli altri non mi volevano, a rompere i coglioni. E infatti non mi han voluto. Mi hanno subito visto male e nessuno, dico nessuno, aveva la minima intenzione di spartire qualcosa con me. Nemmeno il banco.
È durata due settimane, quella tortura; poi sono tornato a Bra, almeno a scuola.
Da quel momento, da quando me ne sono andato, non ne ho nessuna prova, ma è come se tutto il paese se la fosse presa con me.
"Guarda, quello che ha cambiato scuola"
Non mi sono mai pentito della mia scelta, anzi, son quasi felice che mi guardino in quel modo, gente di merda.
Ma questa cosa degli sguardi non la vedo solo a Narzole, anzi. Anche oggi pomeriggio, a Torino, stavo camminando sotto i portici di Via Po e una signora piuttosto anziana ha rallentato un po’ il passo e ha iniziato a fissarmi. Si è perfino avvicinata. Aveva due occhi azzurri chiari che faceva male guardarli. Ho fatto finta di niente e sono andato avanti.

2 commenti:

  1. hai perfettamente ragione ! tanta stima

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  2. haloa anonimo, grazie della stima anonima. e d'esser passato :)

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