venerdì 16 aprile 2010

Hrabal

Spesso mi capita, leggendo, di trovare delle frasi bellissime, di una potenza poetica da far piangere. Come questa, che ho trovato stamattina leggendo Una solitudine troppo rumorosa di Bohumil Hrabal, che fa così: “L’orologio illuminato sul campanile della Città nuova indicava un’ora inutile”. Ecco, io, con una frase così, se l’avessi scritta io, ci avrei fatto cominciare il mio racconto migliore, perché ha una tale, non so come dire, una tale imponenza e così tanti significati nascosti da essere perfetta, per un incipit.
È un verso. Non a caso Hrabal l’aveva scritto prima come poema, Una solitudine troppo rumorosa, e solo dopo l’ha trasformato in un romanzo e, secondo me, leggendolo, si sente molto. È un po’ come certi racconti brevissimi di Carver, che, se uno li “incolonnasse” un po’, sarebbero delle poesie commoventi, per come vedo io la poesia.
Ma non è che queste frasi me le ricordi sempre, anzi, a dir la verità, non me le ricordo quasi mai. Mi dico sempre: Ora me le segno, ora me le segno, e poi, preso dal desiderio di continuare la mia lettura, me le ripeto in mente due o tre volte, illudendomi che poi me le ricorderò. Non accade mai.
È un problema che mi preoccupa parecchio, quello del dimenticare. Ho come l’impressione che molte cose mi sfuggano, scappino dalla mia testa senza che io me ne accorga. Belle frasi, ricordi di libri letti, momenti e scene intere. Soprattutto quando leggo ho questa paura, e trovo sia allo stesso tempo una paura paralizzante e dolciastra, non ricordare ciò che si è letto.
Lettura come non ricordo, diceva Carmelo Bene, ma non è che c’entri molto.
Bisognerebbe rileggere, mi dico io, allora. Ma i libri sono tanti, troppi e di giorno in giorno se ne aggiungono altri. Forse tutti dimenticano come dimentico io, forse tutti ricordano solo dei punti di un libro letto un anno prima.
Per questo ci sono i libri, mi vien da dire, per essere ripresi in mano, riletti, riletti ancora, goduti ancora una volta. Ma subito mi ritorna l’angoscia del tempo, delle centinaia di libri comprati e non ancora letti, e tutto ricomincia da capo. Che dannazione.

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