domenica 18 novembre 2012

Piovuto dal cielo

Tornavo a casa, questa sera, da una serata con degli amici, e da La Morra stavo tornando giù verso casa mia, e mentre guidavo ero sereno, ascoltavo un bel disco, e poi tutto d’un tratto, come se fosse piovuto dal cielo, in mezzo alla strada:  un cane investito.
Di taglia grande, pelo chiaro, perfettamente al centro della strada, steso su un fianco; solo una macchia di sangue vicino alla testa, che poi è la prima cosa che ho notato appena l’ho visto.  Immobile, per niente scomposto: aveva un portamento, anche nella morte, raggelante.

Ho subito frenato, cercato di evitarlo, ma andavo abbastanza veloce, e allora mi son spostato tutto su un lato della strada, cercando di non schiacciarlo ancora di più, ma ho comunque sentito un colpo alla ruota posteriore.
E mi è venuto in mente che certe cose capitano così, proprio come un cane investito in mezzo alla strada, piovuto dal cielo, che ti si materializza davanti agli occhi una notte mentre torni a casa sereno e senti che le cose stanno andando bene.

E di solito, quand’è così, che senti che stai prendendo la velocità, che stai prendendo il ritmo giusto, almeno, a me è successo un’infinità di volte succede che ti si para davanti un cane investito, come piovuto dal cielo, ed è una cosa che ti sfonda completamente la testa, perché non sai cosa fare: è l’imprevisto che non ti lascia più decidere e pensare, e non sai se tornare indietro e fare qualcosa oppure continuare a guidare e tornare sempre più verso casa, e lasciare che la testa vada da sola e torni e ritorni mille volte su quella scena.

Mi è tornato in mente il periodo in cui era appena morto il mio cane, che credo sia morto il 1 di gennaio di quest’anno e poi noi l’abbiamo trovato poi due o tre giorni dopo, e bene o male ha fatto la stessa fine del cane di questa sera. E ricordo che, il giorno in cui l’ho saputo, che il mio cane era morto, quando sono rimasto da solo in casa, ho passato tutto il pomeriggio ad ascoltare Matt Elliott e a piangere senza vergogna come non facevo da anni.  

E quando ormai ero a casa m’è venuta su una voglia durissima di riprendere la macchina, tornare su quella strada, lasciare la macchina sul ciglio, scendere, prendere il cane per un zampa e trascinarlo delicatamente in un posto sicuro, guardarlo un attimo e dirgli a bassa voce: Ciao bello.

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