sabato 4 giugno 2011

Einsturzende Neubauten - Appunti

tempi d'e/oro

Inizia tutto male. Il treno per Carmagnola delle 18 30 ha 40 minuti di ritardo, bisogna prendere quello per Cavallermaggiore e aspettare. A Cavallermaggiore due vecchi parlano da un binario all’altro. All’inizio mi sembra che parlino in piemontese, poi capisco che non è piemontese, è un’altra lingua. Sembra una scena teatrale. Uno era già lì seduto sulla sua panchina, sul binario uno, chissà da quanto, e l’altro arriva con un treno, che poi è quello su cui ero anche io, si siede per aspettarne un altro, e solo dopo un po’ si accorge del suo conoscente dall’altra parte. Il bello è che tutto questo lo sto scrivendo in presa diretta, mentre accade: i due stanno ancora parlando. Attenzione, treno in transito sul binario tre, allontanarsi dalla linea gialla. I due uomini si fermano ancora prima che arrivi il treno. Una volta passato non parlano più.

Bisogna cogliere la fine quando arriva, con prontezza. Sapere chiudere una storia, sapere chiudere un racconto, un rapporto, un discorso. Perché le fini sono tante e non ci danno pace. Bisogna avere la penna pronta per scrivere l’ultima frase e chiudere tutto in un cassetto. Bisogna essere pronti. E avere gusto. Le cose hanno una loro fine, se si appiccica loro addosso un’altra fine, una fine tarda, una fine prematura, una fine altra, le cose perdono equilibrio, cadono, non stanno più in piedi. È così bello sentire la fine che arriva, l’attimo in cui arriva, e godersela, in tutta la sua meraviglia.

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