domenica 29 agosto 2010

Ritorno in treno

Non so se quelli che mi guardano scrivere mi diano fastidio o mi facciano piacere. Diciamo che mi fa piacere che mi diano fastidio.

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è così bello stare in silenzio, perché devo sempre parlare sopra gli altri?

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Suonare qualche canzone, in una stazione della metropolitana, davanti a persone che conosco poco.

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Sono seduto su un sedile dell'Era. Era, BASSE LA POLIC from Albania

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Michael Zadoorian, "Second Hand": "Questa donna gatto che dorme nel tempio dei morti."
"Afrodite randagia"

domenica 15 agosto 2010

Nell'armadio

Tempo fa ho scritto una cosa per questo sito qui. Oggi è stata pubblicata.

martedì 10 agosto 2010

Drolatique-sérieux

Fra le tende abbassate
il sole entra nella mia stanza con l'allegra furia
di un pugnale vittorioso brandito da un avventuroso fanciullo.
Io fumo:
sulla lama del pugnale dorato
il fumo della sigaretta
si contorce, lotta, sembra gemere e protestare,
poi evade, fugge, si precipita fuori dalla finestra.
Incontra il sole...
Questo fumo blu, nutrito di sogni, incontra il sole.
Il sole non fa sogni...
Forse è lui la Verità in persona,
così bello!
Allora è un errore, un grave errore
soffiare i miei sogni sul volto radioso della Verità?
è blasfemo, è vile?
è insultare il Sole?

[Emanuel Carnevali]

martedì 3 agosto 2010

Appunti presi su un diarietto quest'oggi durante una giornata a Torino

Torino era un binario morto quando sono arrivato. Un mercato rionale scomparso in pochi secondi, sotto i miei occhi. Narici e polmoni inaciditi e rosi dallo smog. Stanchezza. Luce. Sporcizia. Sulla strada di Rimbaud.
E poi la pioggia, a perdonare tutti.

"Ti perdono... ti perdono... ti perdono..."

martedì 27 luglio 2010

Ultimamente

Da un "Diario dell'assenza di internet" che ho scritto e credo mai pubblicherò (anche perché è lungo dieci pagine):

"..ultimamente è un periodo che tutto quello che scrivo non mi piace, tranne le cose dove scrivo che non mi riesce più di scrivere, che non mi piace più come scrivo, quelle mi piacciono, ma non è che mi piacciano, è che le considero fuori da ogni giudizio, son cose che scrivo così, uno le legge e poi non è che ci sia molto da pensare."

martedì 13 luglio 2010

Specchi

Si alza tardi
e, come sempre, ricopre le sue mani e i suoi occhi di sonno.
Avanza in silenzio,
avanza verso lo specchio più marcio che rotto.

SPEZZA LO SPECCHIO
RANTOLI, URLA, GEMITI
E GRIDA DI FORMICA

dall'ago escono grida di formica.
Coll'ago incide lo specchio.

Incide i suoi bordi,
incide la sua immagine.
Dall'ago escono urli di formica,
dall'ago
dentro
lo specchio.

sabato 10 luglio 2010

Innocenza

A me, se vogliamo cercare un esempio, c'è un esempio di innocenza che mi commuove sempre.
Qualche anno fa ero da Discovolante, il negozio di dischi della città dove ho fatto le superiori, Bra, e ricordo che a un certo punto erano entrati due signori sui cinquant'anni, che sembrava si tenessero per mano da quanto si sentivano estranei al posto in cui erano appena entrati. Io stavo spulciando fra i cd. I due uomini erano, mi viene da dire, e adesso che ci penso è un po' strano, perchè io di quei due uomini non so molto, dicevo, erano uomini umili. Davano quella sensazione.
Era inverno e avevano delle giacche verdi, verdeacqua meglio, sicuramente molto vecchie. Era gente di campagna, lo si capiva facilmente.
Uno dei due, il portavoce, aveva in mano la cassetta di Wish You Were Here, dei Pink Floyd. Si era avvicinato al gestore e aveva chiesto se, per caso, avevano il cd di quella cassetta. Sembrava stesse tenendo in mano una reliquia. Era una sua reliquia, e se ne stava staccando. Non era un momento facile.
Il gestore gli aveva detto che sì, ce l'avevano, e che in quel periodo i Pink Floyd erano anche scontati. Dopo l'uomo umile gli aveva chiesto, insicuro, se, nel disco, ci fossero comunque gli stessi pezzi della cassetta e l'aveva sporta al proprietario del negozio che, per gentilezza e, mi viene da dire, anche per il ruolo in cui si trovava, l'aveva presa in mano e aveva letto velocemente i titoli.
I due non ci credevano. Quasi per giustificare il loro stupore avevano iniziato a raccontare la loro storia, che quella cassetta l'avevano comprata tanti anni prima, che la tenevano sempre in macchina, ma che ora avevano ambiato macchina e la macchina nuova leggeva solo i cd.
Il gestore aveva preso il cd, glielo aveva dato e aveva detto: "Ecco. è questo. Proprio questo qui."
I due erano ammutoliti.
"Quanto le devo?"
"14, 90"
"Solo?"
"Sì, solo."
"Ma.. se costa così poco, ci sono lo stesso tutte le canzoni?" gli aveva chiesto.