...i ronzii
e le esplosioni.
tutto un sovrapporre di parole e immagini.
Suoni che friggono sotto gli occhi.
Musica da cecità.
Gli ipotetici immaginari viaggi al mare, in macchina, che mi faccio con Ocean Songs dei Dirty Three. e immaginare anche il paesaggio a sinistra della mia testa.
ai settantallora.
che scorre via.
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giovedì 14 luglio 2011
venerdì 16 aprile 2010
Scrivo
Son seduto su una panchina qualunque di questo parchetto e, saranno passati dieci minuti da quando mi sono seduto a scrivere, mi guardano tutti, quelli che passano. Come se stessi facendo chissà che cosa strana.
Sto scrivendo su un quaderno, vi stupisce così tanto?
Poco fa sono arrivati dei bambini, una classe di scuola elementare, in questo parchetto, a fare ginnastica. Due di loro mi hanno guardato come se avessero visto un alieno ubriaco. Sono andati avanti, si sono tolti la giacca, l’hanno posata su una panchina, hanno iniziato a correre, senza distogliermi lo sguardo di dosso nemmeno per un momento. Erano veramente stupiti.
E da questo stupore, per me infondato, mi è venuta un’idea che nemmeno io so se sia una cazzata marmorea o meno. Questa mia idea più o meno fa così: “Sarebbe bello se, un giorno, tutti gli scrittori, e per scrittori non intendo solo quelli famosi, quelli con le pubblicazioni importanti alle spalle e le grandi recensioni, ma proprio tutti quelli che solitamente scrivono, quindi anche gli scrittori famosi, logico, dicevo: sarebbe bello se tutti gli scrittori si mettessero sulle panchine di questa città, o di qualunque altra città, e scrivessero; senza dire niente, senza pubblicità o promozioni. I passanti se ne accorgerebbero, credo, di tutta questa gente per strada a scrivere su delle panchine e magari si fermerebbero a chiedere: “Ma cosa fate?” e loro, gli scrittori, direbbero: “Scriviamo.” “Ah” direbbero i passanti. “Eh” direbbero gli scrittori, anzi chiamiamoli scriventi, che trovo si addica meglio all’occasione. Sarebbe bello.”
Ecco, idea finita.
Sto scrivendo su un quaderno, vi stupisce così tanto?
Poco fa sono arrivati dei bambini, una classe di scuola elementare, in questo parchetto, a fare ginnastica. Due di loro mi hanno guardato come se avessero visto un alieno ubriaco. Sono andati avanti, si sono tolti la giacca, l’hanno posata su una panchina, hanno iniziato a correre, senza distogliermi lo sguardo di dosso nemmeno per un momento. Erano veramente stupiti.
E da questo stupore, per me infondato, mi è venuta un’idea che nemmeno io so se sia una cazzata marmorea o meno. Questa mia idea più o meno fa così: “Sarebbe bello se, un giorno, tutti gli scrittori, e per scrittori non intendo solo quelli famosi, quelli con le pubblicazioni importanti alle spalle e le grandi recensioni, ma proprio tutti quelli che solitamente scrivono, quindi anche gli scrittori famosi, logico, dicevo: sarebbe bello se tutti gli scrittori si mettessero sulle panchine di questa città, o di qualunque altra città, e scrivessero; senza dire niente, senza pubblicità o promozioni. I passanti se ne accorgerebbero, credo, di tutta questa gente per strada a scrivere su delle panchine e magari si fermerebbero a chiedere: “Ma cosa fate?” e loro, gli scrittori, direbbero: “Scriviamo.” “Ah” direbbero i passanti. “Eh” direbbero gli scrittori, anzi chiamiamoli scriventi, che trovo si addica meglio all’occasione. Sarebbe bello.”
Ecco, idea finita.
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