the man behind the door is not aware of what he thinks, he just reasonably noticed how marks and signs of the present are in some way part of his perception of the past.
And that frightens him to the point he's not able to speak, and so he stands there, behind the door, waiting for someone to pass by and push him against the wall.
sabato 6 aprile 2013
sabato 23 marzo 2013
Descrizione
I'm a coward.
Stick your knife in me.
Stick your knife in me.
Walk away.
Stick your knife in me.
I'm useless.
Useless.
I'm worthless.
Stick your knife in me.
Stick your knife in me.
I'm useless.
USELESS.
WORTHLESS.
I love you.
Stick your knife in me.
I love you.
Stick you knife in me.
I'm a coward.
Stick your knife in me.
I'M USELESS.
USELESS.
WORTHLESS.
USELESS.
Stick your knife in me.
I love you.
I love you.
I love you.
Stick your knife in me.
Stick your knife in me.
Stick your knife in me.
Walk away.
Stick your knife in me.
I'm useless.
Useless.
I'm worthless.
Stick your knife in me.
Stick your knife in me.
I'm useless.
USELESS.
WORTHLESS.
I love you.
Stick your knife in me.
I love you.
Stick you knife in me.
I'm a coward.
Stick your knife in me.
I'M USELESS.
USELESS.
WORTHLESS.
USELESS.
Stick your knife in me.
I love you.
I love you.
I love you.
Stick your knife in me.
venerdì 1 marzo 2013
Sacro
Sacro è ciò che è fuori dal tempo.
sacro è lasciare dei segni.
sacri sono certi pomeriggi d’agosto, con il sole che entra
comunque, anche dalle serrande abbassate.
sacro è l’attimo Prima e l’attimo Dopo.
sacre sono tutte le notti passate a ParlarSi in macchina e le mattine
prestissimo.
sacro è l’attimo in cui inizia un concerto e l’attimo in cui
finisce un libro.
sacre sono certe minuscole commozioni, improvvise e inaspettate, che
sono dei crolli di verità.
sacre sono certe
solitudini.
Sacro è il ricordo.
sacro è la presenza di un solo Altro.
sacra è l’Assenza.
Preghiera è il ritorno all’assenza.
Sacra è la fine.
mercoledì 13 febbraio 2013
mercoledì 30 gennaio 2013
martedì 4 dicembre 2012
Un indovinello
C’è un indovinello, che mi ha fatto l’altro giorno una
mia amica, che fa più o meno così: c’è un uomo a letto che non riesce a
dormire. Gira e rigira, ma niente, non riesce ad addormentarsi. Allora si alza,
si mette seduto sul letto, sta lì una mezz’oretta buona, poi alza il telefono e fa:
“Signor Rossi?”, butta giù, si corica e riesce a dormire. Perché?
Ora, naturalmente quando si fa un indovinello non si può
svelare subito la soluzione, bisogna lasciar ben rosolare, altrimenti che
indovinello è, ma per farla breve la soluzione la dico subito, che tanto non è
neanche il punto del discorso: l’uomo chiama il signor Rossi al telefono perché
è suo vicino di casa e sta russando, così lo sveglia e può dormire tranquillo.
E quest’indovinello lo si usa, mi diceva la mia amica, per vedere se la gente
riesce a pensare “lateralmente”.
Ecco. Allora a me, questa mattina, è venuto da pensare
che ultimamente, ma anche già tempo fa, io quando scrivo, le cose che scrivo,
son scritte un po’ in quel modo lì, come nell’indovinello, cioè che io fornisco
dei fatti, anzi delle schegge di fatti, e le fornisco da un’unica prospettiva,
che poi credo sia la mia, però non spiego mai le connessioni, i perché. Allora
la gente, leggendo le cose che scrivo, può dire: Eh, non si capisce un cazzo.
Invece poi ci sono, le connessioni e i perché, solo che non ci sono, cioè, nel senso, son sotterranee, son fra le cose non scritte; e allora basta solo cercare di sentirle. Che forse, adesso questo non lo so con certezza, però m’è anche venuto da pensare, stamattina, che forse le connessioni e i perché non ci sono perché in fondo non sono così importanti.
Invece poi ci sono, le connessioni e i perché, solo che non ci sono, cioè, nel senso, son sotterranee, son fra le cose non scritte; e allora basta solo cercare di sentirle. Che forse, adesso questo non lo so con certezza, però m’è anche venuto da pensare, stamattina, che forse le connessioni e i perché non ci sono perché in fondo non sono così importanti.
E ho pensato che io è un bel po’ che scrivo in questo
modo, ma questa cosa non l’avevo mai realizzata.
Poi ho anche pensato che forse mi prendo troppo sul
serio.
domenica 2 dicembre 2012
Schegge #2
Guardarsi negli specchi e ricordarsi di esistere ancora. La
storia nei portafogli e nelle stazioni. che hanno i soffitti invasi di luce e
non sembrano mai quello che sono.
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